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Pantheon, il tempio di tutte le divinità

I monumenti di Roma rappresentano il più alto ed evidente segno della storia straordinaria di questa città, raccontano l’imponenza dell’Impero Romano attraversando le diverse epoche passando da quella medievale, a quella rinascimentale, a quella barocca, fino a giungere a quelle dei secoli XVIII e XIX.

Capolavori di ingegneria architettonica come il Colosseo, Castel Sant’Angelo e il Pantheon, giusto per citarne alcuni.

Oggi ti parlerò di quest’ultimo.

Il Pantheon si trova nel centro storico di Roma nel rione Pigna e, così come lo si vede oggi, è stato eretto nel 128 d.c.  sotto l’imperatore Adriano, nel momento di massima gloria di Roma.

In realtà questo monumento fu eretto dapprima, nel 27 a.c. per opera di Marco Agrippa. Distrutto da un incendio, il tempio fu eretto di nuovo per essere di nuovo distrutto da un altro incendio.

Così, quella che vediamo oggi, è l’ultima versione di questo fantastico monumento, che venne appunto costruito sui resti di quelli precedenti.

Si tratta del monumento di epoca romana meglio conservato arrivato fino a noi e, fortunatamente, solo parzialmente depredato delle sue parti, cosa invece accaduta a molti altri monumenti e aree archeologiche.

Il nome deriva da due parole greche: pan, “tutto” e theon “divino”, in origine infatti il Pantheon era un piccolo tempio dedicato a tutte le divinità romane.

Costituisce un mirabile esempio di tecnica di costruzione, specie considerando che la sua cupola è stata costruita usando materiali sempre più leggeri via via che si procedeva verso l’alto, una tecnica davvero futuristica, considerando che il tutto avveniva 2000 anni fa.

Il fronte del Pantheon è costituito da un “pronao” con 16 colonne di granito sormontate da un frontone di ispirazione greca con la dedica a Menenio Agrippa, il primo ideatore di questo tempio.

Le enormi porte in bronzo danno accesso al suo interno e qui è la vera meraviglia! La pianta del Pantheon è circolare con un diametro di 47 metri, misura esattamente uguale all’altezza interna, tanto che, ci si trova, idealmente, all’interno di una sfera perfetta.

Al centro della cupola si apre l’Oculus del diametro di 9 metri, l’unica apertura, dato che non ci sono finestre, da cui entra la luce che riesce a creare un’atmosfera magica a cui nessun visitatore riesce a sottrarsi.

Oggi il Pantheon è una chiesa cristiana chiamata Santa Maria dei Martiri e conserva le tombe di re e regine d’Italia, oltre alla tomba di Raffaello Sanzio.

Il Pantheon è il monumento romano che vanta il maggior numero di primati:

·      è il meglio conservato,

·      ha la cupola in muratura più grande di tutta la storia dell’architettura,

·      è considerato l’antesignano di tutti i moderni luoghi di culto,

·      è stata l’opera dell’antichità più copiata ed imitata.

Il punto in cui sorge non è casuale ma un luogo leggendario della storia della città. Secondo una leggenda romana, infatti, questo era il posto dove il fondatore di Roma, Romolo, alla sua morte fu afferrato da un’acquila e portato in cielo fra gli dei.

Un monumento unico e bellissimo!

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Dormire in un bed and breakfast

Il Bed & breakfast, pur senza avere questo nome fin dall’inizio, ha comunque origini antichissime e comuni a tutti i popoli. Secoli fa, quando le strade erano poche e difficili da percorrere, spesso pericolose, specie di notte, gli unici mezzi di trasporto erano animali e carri e muoversi da un paese all’altro o ancor peggio da uno stato all’altro richiedeva tempi lunghi e notevoli fatiche.

Naturalmente ci si spostava assai meno di oggi, molta gente non si allontanava dal proprio villaggio o dalla propria fattoria per tutta la vita ed era costume accogliere i pochi viaggiatori nella propria casa per permettere loro di riposare e mangiare, talvolta del tutto gratuitamente, altre volte dietro un modesto compenso.

Il risvolto importante di questo tipo di accoglienza era il portare notizie sugli avvenimenti che accadevano poco lontano, notizie di cui sarebbe stato difficile avere conoscenza, non essendoci altri mezzi di diffusione di esse, se non i racconti dei viandanti.

Si sviluppava in tal modo una forma di comunicazione che rendeva gradito l’arrivo di viaggiatori e mercanti, i quali, come portatori di novità, erano di solito ben accolti nella casa di tante famiglie che altrimenti vivevano isolate dal mondo circostante.

“L’ospite è sacro” dice un proverbio comune a tante civiltà diverse e lontane tra loro, tenendo ben presente la funzione che esso aveva come portatore di notizie e novità.

Pensate all’accoglienza che veniva riservata all’ospite presso gli Inuit – gli eschimesi – dove ad esso veniva anche offerta la moglie come compagnia, tanto era il piacere di incontrare qualcuno in quelle lande così desolate e con pochissimi abitanti: e dalla parte opposta del mondo, nelle culture arabe, l’ospite veniva considerato intoccabile, anche se nemico, e in suo onore veniva celebrato il rito del caffè.

Insomma, paese che vai, usanza che trovi, ma la sostanza rimane la medesima.

Oggi tutto è diverso: ci si sposta facilmente e rapidamente, è possibile scegliere la tipologia di alloggio in base alla location, al costo e al confort offerto. Ogni tipologia di accoglienza ha vantaggi e svantaggi, ma una cosa rimane collegata al modo di viaggiare degli antichi viandanti: il turista che sceglie di soggiornare in un bed & breakfast, pur scegliendo questo tipo di alloggio per tante diverse ragioni,  cosa che veramente considera più importante è il contatto con persone che aprendo la propria casa a degli estranei, sono felici di incontrare persone provenienti da altre realtà e culture e di interagire offrendo le proprie esperienze e ascoltando quelle degli ospiti.

Ecco allora il successo di B&B non situati propriamente nei centri storici – quelli più “turistici”, per intenderci”, perché anche se obbligano il viaggiatore all’uso dei mezzi pubblici o a muoversi a piedi, offrono una visone più vera della vita “normale” della gente del posto, fare shopping in un quartiere non turistico, oltre a costare meno, obbliga ad arrangiarsi con la lingua locale e spesso a farsi capire aiutandosi con i gesti o chiedendo aiuto ad un passante.

Se non sei il turista che collezione i paesi visitati, che si è fatto fotografare davanti ai monumenti più conosciuti per poter poi dire “io c’ero”, allora apprezzerai certamente di alloggiare in un B&B gestito in modo familiare, dove i proprietari stessi abitano.

Ecco, non sei semplicemente un turista.

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Fontana di Trevi

La fontana più famosa al mondo?

Certamente è quella di Trevi, simbolo di Roma al pari del Colosseo e di San Pietro, visitata ogni anno da milioni di turisti.

La storia di questa fontana è assai lunga e va all’indietro fino ad Agrippa e all’acquedotto dell’Acqua Vergine il cui nome deriva forse da “virgo”, una giovinetta che ne indicò la sorgente a dei soldati Romani in cerca d’acqua.

Attraverso vari rifacimenti attraverso cui intervennero famosi architetti, tra cui anche il Bernini, si arrivò al 1732, anno in cui papa Clemente XII Corsini affidò all’architetto Nicola Salvi, affiancato dal Vanvitelli, il progetto definitivo della fontana che volle di aspetto monumentale e che non interferisse col retrostante palazzo Poli.

Ed eccola qui, recentemente restaurata, con la statua di Oceano nella nicchia centrale alla guida di un cocchio trainato da due cavalli marini e tante altre statue tutto intorno, simboli perenni delle virtù cristiane.

A Piazza di Trevi si arriva percorrendo stretti vicoli tipici del centro di Roma e, già in lontananza, si sente il rumore dell’acqua e il vociare dei turisti. Appare all’improvviso, collocata in uno spazio ristretto che ne esalta la magnificenza, ricca di statue e getti d’acqua.

E’ stata lo sfondo di tantissimi film tra cui “La Dolce Vita” con la famosa scena del bagno di Anita Eckberg, a “Totò truffa”, con un grande Totò che, come se fosse sua, la vende ad un italo americano.

Ma per i turisti, oltre alla classica foto ricordo, è importante sottomettersi al rituale del lancio della monetina: con le spalle alla fontana, la monetina va lanciata all’indietro con la mano destra sulla spalla sinistra. Questo piccolo gesto ti garantirà il ritorno a Roma in futuro.

Probabilmente la tradizione si riferisce al fatto che anticamente pozzi e sorgenti erano ritenuti luoghi sacri e si facevano offerte d’ogni genere agli dei protettori.

Ma questa non è la sola leggenda legata a questa fontana delle meraviglie. L’acqua è detta Vergine, cioè pura, dal nome dell’acquedotto che tuttora la alimenta, e alla sua sinistra, si trova la fontanella degli innamorati dove le ragazze portavano i propri fidanzati in partenza per lavoro o per la guerra. Qui i due bevevano quest’acqua da bicchieri che subito dopo venivano rotti: questo gesto doveva garantire la reciproca fedeltà.

Sarà vero? Bere quest’acqua garantisce la fedeltà?

Non ti resta che provare!

Fatto sta che ancora oggi capita di vedere delle coppie che si promettono amore, si vede lui in ginocchio che chiede a lei di sposarlo…

E se te la vuoi godere completamente ti consiglio di visitarla all’alba oppure a notte fonda. Il fascino che emana questa fontana è indescrivibile!

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Castel Sant’Angelo

Castel Sant’Angelo, al pari di tanti altri monumenti di Roma, fu costruito e rimodellato varie volte in epoche diverse.

La sua costruzione ebbe inizio nel 125 d.c. sotto l’imperatore Adriano del quale avrebbe dovuto essere il monumento funebre, ma, nel corso dei secoli, la sua destinazione fu modificata via via da mausoleo imperiale, a fortezza, a prigione fino all’impiego attuale come museo.

Il nome originale di Mole Adriana, venne mutato in Castel Sant’Angelo nel 590, al termine di una pestilenza che colpì la città. Per debellarla fu indetta una processione guidata dallo stesso Papa Gregorio I il quale, in prossimità del castello, ebbe la visone di San Michele Arcangelo che rinfoderava la spada, questo gesto fu interpretato come segnale della fine della pestilenza, come effettivamente avvenne. In ricordo di questo avvenimento miracoloso, il papa fece erigere la statua di San Michele Arcangelo sulla parte più alta del castello che, da quel momento in poi, fu chiamato Castello dell’Angelo, oggi Castel Sant’Angelo.

Nel corso dei secoli seguenti il castello cambiò destinazione d’uso e padrone, ma principalmente venne usato come fortezza per tenere i papi al sicuro dentro le sue mura, cosa che si rivelò provvidenziale durante le invasioni dei barbari che si sono succedute nei secoli e, da ultimo, durante il sacco di Roma del 1526 ad opera dei Lanzichenecchi di Carlo V di Borbone.

Avendo così dimostrata la sua utilità, il castello fu poi sottoposto a importanti opere di consolidamento e di difesa, con l’aggiunta di torrioni e mura merlate.

E’ a questo punto che furono aggiunti gli appartamenti papali, trasformando il castello in una vera reggia con sale affrescate e lussuosi appartamenti per i Papi.

Purtroppo gran parte di queste opere è andata perduta.

Altra funzione che il Castello ebbe è quella di carcere, in particolare per i detenuti politici: qui furono rinchiusi personaggi famosi come Benvenuto Cellini, il conte di Cagliostro e Beatrice Cenci, per citarne solo alcuni.

La visita di Castel Sant’Angelo è davvero interessante, procedendo da un livello all’altro fino alla grande terrazza panoramica dalla quale si vede tutta Roma.

Giacomo Puccini, nella sua opera più famosa, la “Tosca”, ambientò qui il finale, con la protagonista che, appresa la morte del suo amante, il pittore Cavaradossi, si suicida gettandosi nel vuoto.

Non mancate di visitare questo grande monumento.

Non ve ne pentirete!

Castel Sant’Angelo:

Lungotevere Castello 50, 00193 Roma.

Castel Sant’Angelo è aperto tutti i giorni dalle 9.00 alle 19.30.

Ingresso gratis la prima domenica del mese
Il Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo rientra nel circuito Roma Pass e Roma & Più Pass. I possessori delle Card devono esibirle in biglietteria per la convalida
I nuovi percorsi museali sono caratterizzati da un’App gratuita scaricabile in 7 lingue, fruibile grazie ad un sistema di beacon e al wi-fi gratuito nel monumento
Il Castello Segreto: visite guidate per gruppi di massimo 15 persone al Passetto di Borgo, alle Olearie, alle Prigioni storiche e alla Stufetta di Clemente VII

BIGLIETTI

Intero    14.00

Ridotto    7.00

Il prezzo del biglietto è soggetto a variazioni in occasione di mostre.

Per ulteriori informazioni puoi consultare il sito ufficiale www.castelsantangelo.com

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L’acqua di Roma è buonissima e gratuita

Sai cosa sono i nasoni? I nasoni, a Roma, sono tipiche fontanelle pubbliche che distribuiscono acqua potabile gratis. Fatte in ghisa e chiamate così per il rubinetto che sembra un lungo naso. L’acqua è corrente, freschissima e gratis. Le trovi un po’ dovunque in centro ma anche in periferia. Ma da dove viene l’acqua che disseta i romani e tutti i turisti che visitano la città?

Roma riceve il 97% dell’acqua potabile dalle sorgenti e il 3% dai pozzi.

L’acqua del rubinetto di Roma è fornita da Acea ed è considerata di altissima qualità.

Il principale acquedotto di Roma è l’’acquedotto del Peschiera-Capore, che convoglia le acque delle sorgenti del fiume Peschiera e delle Capore, in provincia di Rieti. È uno dei più grandi del mondo a trasportare soltanto acqua di sorgente; la sua portata media complessivamente addotta alla città di Roma è di approssimativamente 14 m³/s (14 000 litri/s) e la sua lunghezza totale è di quasi 130 km, il 90% dei quali è sotterraneo. Complessivamente fornisce l’85% dell’acqua consumata a Roma.
L’acqua è clorata e moderatamente dura, ma tipicamente di buon sapore.

Si dice che l’acqua di Roma sia ricca di calcare, e che questo faccia venire i calcoli renali. Ma questa affermazione non è esatta. Il calcare, che si manifesta con sedimenti bianchi nell’acqua, si genera a contatto con tubi ed elettrodomestici. Il calcare non è “puro calcio”. Il carbonato di calcio ha come formula chimica CaCO3, in cui 100 g di carbonato di calcio contengono 40 g di calcio. Puó essere trovato in natura sotto forma di vari tipi di rocce. Le falde acquifere ne contengono sotto forma di sali disciolti, ed è presente nella comune acqua corrente. Questo può dare problemi nelle tubature legati alla corrosione dei metalli, ma erroneamente molti associano la presenza di calcare a cattivo odore (odore che può essere invece legato alla presenza di piccole tracce di cloro), o pensano che possa dare luogo a calcoli renali.

 Queste sono in realtà false credenze. Infatti numerosi studi scientifici dimostrano come la presenza di calcio e magnesio nell’acqua che beviamo abbia effetti benefici per l’organismo.

E allora porta con te la tua borraccia o bottiglietta d’acqua e riempila ai “nasoni”. Ne guadagnerà la tua salute e anche l’ambiente. Le bottiglie d’acqua che compri nei chioschi e nei locali vicino alle maggiori attrazioni turistiche costano care e quindi ne guadagnerà ancora di più il tuo portafoglio.

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